Una lettura scenica

Alessandra Nardon
Scrivere, leggere, fare teatro
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Una lettura scenica

Act 1
Pubblicato da Alessandra Nardon in Scuola e Teatro · 29 Ottobre 2017
Una lettura scenica tratta da L’amico ritrovato di Fred Uhlman
Suggerimenti per la messa in scena di uno spettacolo con una classe terza di scuola secondaria di primo grado

Lo spettacolo prevede un allestimento essenziale: sul palco solo un leggio posto in uno dei lati. Lo spazio restante è riservato alla scena “agita”. Infatti è stata scelta una formula a metà tra la lettura scenica e la rappresentazione teatrale; ai brani letti si alternano momenti recitati e momenti in cui il racconto è affidato alla gestualità e al movimento. Anche l’illuminazione, così come la scena sarà diversa per le due parti: fissa sul leggio, seguirà invece i cambi di azione nello spazio rimanente.
Ma come si arriva ad una lettura espressiva? Quali sono le richieste affinché sia davvero efficace e non si trasformi in uno svolgimento noioso?
Il primo obiettivo a cui tendere nella preparazione dello spettacolo è la correttezza nella pronuncia, non tanto per seguire in maniera ferrea le regole di dizione (anche se è importante che, pur nelle differenti sfumature regionali si arrivi ad un italiano medio) quanto la precisione che si ottiene scandendo bene le parole, abbandonando la fretta ed esercitandosi alla lentezza, rispettando le pause e il ritmo della narrazione, evitando le cantilene e i birignao, dando rilevanza alle parole-chiave del testo.
È piuttosto comune, specialmente nella lettura dei ragazzi, in presenza di un punto interrogativo terminare la frase spostando l’intonazione verso l’alto. Nulla di più sbagliato e fastidioso dell’effetto domanda che diventa una vera e propria cantilena. Le frasi interrogative si leggono invece proprio al contrario: è all’inizio che l’intonazione va su per poi scendere come se fosse una normale frase dichiarativa. Per dire: “Cosa potevo offrire a quel ragazzo?” (una battuta del testo) non si deve salire sulla parola “ragazzo” ma sulla prima parte della frase “cosa potevo offrire”.
Questo lavoro preliminare può essere fatto su qualunque testo perché si tratta di creare un’abitudine alla lettura ad alta voce. Sul copione invece si lavorerà evidenziando i punti importanti, quelli ai quali dare rilevanza, le parole chiave che sono come dei grimaldelli per dischiudere ciò che si deve cogliere sotto il testo che verrà letto. Va fatto per così dire a tavolino e il modo migliore è disporsi in cerchio e guardarsi negli occhi, per non perdere l’attenzione dei ragazzi e dare il senso del lavoro collettivo.
Quando si sarà raggiunta una certa sicurezza nella lettura bisognerà dedicarsi alla gestualità e alla gestione dello spazio sul palco. Sarà necessario stabilire bene le entrate e le uscite per raggiungere il leggio e, contemporaneamente, animare la scena con le azioni corali. È un aspetto da curare con molta attenzione per evitare incertezze e momenti morti durante la rappresentazione.
Nella mia proposta lo svolgimento della vicenda, segnato da un’amicizia che si costruisce tra due ragazzi che hanno gli stessi interessi ma che le convenzioni e le regole imposte dalle circostanze separeranno, dall’allontanamento brusco e dal successivo ritrovamento, viene suggerito dai gesti di un personaggio che in scena distende un lungo telo di stoffa bianca (l’amicizia che si costruisce e si sviluppa). Quando i due amici si separeranno anche il telo verrà strappato in pezzi, riannodati nel finale, a significare il ricongiungimento e la “ritrovata amicizia”

(Il testo dello spettacolo si trova nella sezione Teatro - Copioni del sito)


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